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LA DIGA DEL GLENO


Archeologia di una tragedia

Sabato, 1 dicembre 1923.

L’arco della diga di Pian del Gleno in Valle di Scalve intorno alle sette del mattino si squarcia e riversa nella valle e sui paesi 6 milioni di metri cubi di acqua. Un’onda di morte che invade Bueggio, Dezzo,  poi Angolo, Corna, Darfo  fino a portare il suo carico funesto a Lovere, al lago d’Iseo. Era sabato ma fu una lugubre vigilia di festa. “L’ondata tremenda di distruzione che è passata su paesi e contrade, pesa come un incubo sopra tutti, sopra ciascuno di noi. La penna ci trema fra mano e segna, a stento le sue linee, intingendosi nel calice amarissimo di una desolazione che non ha confronto”.

Esattamente cento anni fa così L’ECO DI BERGAMO descriveva questa immane tragedia colpiva il territorio della Bergamasca.

Tutte le nostre comunicazioni su BELLABERGAMONEWS in genere celebrano la bellezza dei monumenti della nostra città. Non potevamo però mancare di ricordare quella catastrofe, per sottolineare il coraggio della popolazione a risollevarsi dopo il dramma e le valutazioni strutturali e logistiche che hanno portato a tale epilogo.




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